SASSARI. A lezione di vita da chi fa sport, con i risultati come obiettivo ma anche come mezzo per realizzarsi come persona. Esperienze diverse, percorsi differenti ma spesso accidentati, discese ardite e risalite.
Ieri mattina al PalaSerradimigni alcune di queste vite speciali si sono incrociate, dando vita a un incontro che ha rappresentato il momento clou delle celebrazioni per il decimo compleanno della Fondazione Dinamo. Sulle poltroncine del settore B, circa 500 studenti di istituti di Sassari e provincia, hanno riso per le battute di Stefano Manca, che ha presentato l’evento, e hanno ascoltato con attenzione le storie di chi, in un modo o nell’altro, ce l’ha fatta.
Da Giovanni Achenza, medaglia di bronzo nel Paratriathlol ai recenti Giochi di Tokyo, al duo formato da Davide Cannata e Michele Cannoni, che fanno parte del team di Luna Rossa; dalla nazionale italiana di basket per atleti con sindrome di down campione d’Europa, rappresentata dal ct Giuliano Bufacchi e da Davide Paulis, alle stelle delle tre squadre che portano i colori della Dinamo: quella capitanata da Jack Devecchi, quella femminile con Cinzia Arioli, e quella di basket in carrozzina rappresentata da Claudio Spanu.
Con il presidente Stefano Sardara e Giuseppe Cuccurese, direttore generale del main sponsor Banco di Sardegna, a rappresentare la parte “istituzionale” del mondo biancoblù, a parlare agli studenti dl parquet del palazzetto c’era anche il portavoce dell’Unicef Andrea Iacomini. «Siate curiosi, chiedete, informatevi – ha detto ai giovani presenti –. Non vi è richiesto oggi di salvare il mondo ma dovete sapere che all’estremo sud di questo mondo c’è sempre qualcuno che ha bisogno. Divertitevi e vivete la vostra vita al 100 per cento».
«Il Banco fa tante cose insieme alla Dinamo e alla sua Fondazione – hanno detto Sardara e Cuccurese –, che è una costola importante del mondo biancoblù. Crediamo fortemente che abbia senso stare vicino ai giovani, a partire dal sostegno alle scuole e alle famiglie».
Poi spazio alle storie, alcune davvero toccanti. «Quando sono uscito dall’ospedale dopo l’incidente – ha raccontato Achenza – ho dovuto imparare tutto di nuovo, per tre anni non sapevo cosa fare della mia vita: poi ho iniziato quasi per caso a fare delle gare, vincere delle maratone e ci siamo accorti che avevo del potenziale. Nel 2009 ho iniziato il percorso da professionista che mi ha portato sino al podio delle Olimpiadi». «Sono molto orgoglioso di essere sardo e rappresentare la mia isola in Europa e nel mondo – ha detto Davide Paulis –. Per me non arrendersi significa stare con la squadra, che si vinca o si perda».
«La mia passione per la vela è nata con Luna Rossa, prima facevo il nuotatore – ha raccontato Davide Cannata – Quando capita un’occasione dobbiamo usare tutte le nostre energie perché potrebbe cambiarci la vita. Bisogna spingere dal primo giorno anche se poi il tempo è la risorsa più importante che abbiamo e non va sprecato. Dedicate le vostre energie a qualcosa che vi appassioni».
Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio
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