CAGLIARI. Cagliari e Bologna, la sfida dei decimati: se giocassero gli assenti tra Covid, infortuni e Coppa d’Africa (bella la sfida che non ci sarà tra Keita e Barrow) sarebbe comunque una bella partita. Ne mancano più o meno, per fare cifra tonda, dieci a testa. Il più arrabbiato è Mihajlovic, anche se in conferenza stampa ha quasi fatto un passo indietro all’insegna del “comunque giochiamocela”.A Bologna, in sintesi, sono convinti che, vista la situazione, spostare la data del match solo di due giorni dopo il rinvio di domenica non aveva senso. Il Cagliari sta zitto e non entra nella bagarre, quasi a voler trovare la concentrazione per una partita che, dopo i risultati di Spezia e Salernitana, diventa fondamentale.
D’altra parte, di fronte a una decisione all’unanimità del Consiglio di Lega, c’è poco da contestare. Perché la linea del massimo organo del calcio italiano è quella: giocare quando è possibile. E a chi tocca, tocca.Il Cagliari, più che altro tocca ferro: ha undici uomini da schierare in campo, più tre veri (con un congruo numero di partite in serie A) cambi in caso di necessità. Non può farsi aiutare dalla Primavera perché il Covid ha bussato anche tra gli under 20. E Mazzarri si prepara a gestire una gara senza grandi possibilità di cambiarla dalla panchina: a Genova aveva fatto due sostituzioni contro le cinque della Samp. Rispetto alla gara con i blucerchiati le cose non sono cambiate più di tanto: niente Goldaniga fermo per il Covid e in attesa di visite mediche e firma. E niente Nandez, anche lui fermato dal tampone positivo. Rispetto al giorno della Befana c’è Dalbert, che ha scontato la squalifica, ma non Faragó, ceduto al Lecce. Ceppitelli? Contro la Samp era il centrale titolare, ma all’ultimo ha dovuto issare bandiera bianca. Ora è sulla carta fuori, ma potrebbe essere arruolato comunque perché dietro il trio Altare, Lovato, Carboni c’è solo Obert, 18′ con la Fiorentina e 8′ con l’Inter per un totale di una mezz’oretta in serie A.
Il mercato, d’altra parte, per un motivo o per l’altro, non decolla. E il Cagliari dovrebbe prendere esempio e incoraggiamento proprio dal Bologna: quattro anni fa a gennaio gli emiliani sembravano spacciati. Ma con gli acquisti di Soriano e Sansone (oggi assente) le cose cambiarono quasi da un giorno all’altro. Mazzarri non dá mai la formazione in anticipo, ma in questo caso c’è poco da fantasticare Difesa a tre, forse la più giovane del torneo con Altare, Lovato e Carboni. Poi mediana a cinque con Bellanova e Lykogiannis (o Dalbert) esterni più Grassi, Deiola e Marin in mezzo. Punte Pavoletti e Joao Pedro.In questo scenario più sanitario che sportivo per il Cagliari c’è l’esigenza di vincere, soprattutto dopo l’exploit dello Spezia a Genova. Con un successo i rossoblu si porterebbero a meno uno dal Venezia, squadra che però ha una partita in meno. A questo quadro va aggiunta anche la rinascita della Salernitana, ora a meno due dal Cagliari, con due gare da recuperare.
Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio
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