INVIATO A EMPOLI. Dalla polvere quasi all’altare. Il Cagliari sembrava all’ingresso della porta dell’inferno, poi ha avuto un sussulto, ha pareggiato e sfiorato il colpo del ko. Una partita “strana” quella di ieri. Primo tempo quasi tutto di marca empolese, il gol del vantaggio di Pinamonti e tante occasioni fallite dai toscani. Seconda parte con i rossoblù in cattedra. Il pari di Pavoletti e un finale che poteva regalare ai Quattro Mori il secondo exploit esterno di fila. Il pareggio è il risultato giusto anche se alla fine un pizzico di rammarico è rimasto. Muovere la classifica, avvicinare la Sampdoria e raggiungere il Venezia che ha una gara in meno, dare continuità ai risultati e alle prestazioni è l’obiettivo per centrare la salvezza. Ieri la squadra di Mazzarri ha alternato cose positive ad errori, ma ha dimostrato che ha acquisito la mentalità battagliera utile quando devi lottare per mantenere la categoria. L’altra buona notizia sono le frecce all’arco del mister. Sono aumentate e proprio quando ha fatto ricorso alle “riserve” il match ha cambiato volto.
Conferme. Mazzarri lo aveva detto, chi gioca bene ha più chance degli altri di essere tra i primi undici. Il tecnico del Cagliari ha tenuto fede alle sue parole. Una sola novità nella formazione rispetto alla gara di Bergamo: torna Joao Pedro dopo la squalifica e fa coppia in avanti con Pereiro, che ha scalato posizioni nella gerarchia del reparto avanzato. Anche il promettente Obert viene riproposto a sinistra nella difesa a tre. L’Empoli gioca col 4-3-1-2. Le punte sono Pinamonti e Cutrone, Bajrami galleggia tra le linee.
Sostituzione. Dopo poco meno di un quarto d’ora l’arbitro abbandona. Dionisi si fa male e nonostante le cure dei massaggiatori dell’Empoli non ce la fa a continuare. Tocca al quarto uomo, Marini di Roma 1 che dal minuto 20, dopo 5′ per la vestizione, prende le redini di una partita equilibrata che comincia con ritmi soft. Si fa male Lovato (fastidio alla coscia) costretto ad uscire e da quel momento la squadra perde sicurezza. Al suo posto Altare con Goldaniga che scala al centro della difesa. Col passare dei minuti i toscani salgono di tono e stazionano di più nella metà campo dei rossoblù, ora più “fallosi” nella circolazione della palla. La squadra di Andreazzoli guadagna metri e si fa minacciosa.
L’Empoli passa. La pressione degli azzurri ora è costante. Marin perde una palla (non è la prima volta che gli capita) facile da gestire e la ripartenza empolese è letale. Pinamonti non fa sconti e sblocca la gara. Il Cagliari sbanda, non vince più un contrasto, sulle seconde palle è sempre in ritardo. La squadra si allunga, perde le distanze tra i reparti, regala porzioni di campo nelle quali l’Empoli affonda. I rossoblù sono poco reattivi, prevedibili nelle giocate.
Reazione. Il Cagliari ci prova due volte con Pereiro. Poi Mazzarri cambia. Fuori Lykogiannis e Obert, dentro Baselli e Ceppitelli. Goldanica passa a sinistra, Altare dalla parte opposta. Dalbert diventa il quinto di sinistra. La gara diventa fallosa e un po’ confusa. Un clima ideale per chi è in vantaggio e non certo per chi deve recuperare. I rossoblù fanno fatica a costruire perchè la manovra non è fluida, troppi passaggi e poche verticalizzazioni. Ci prova Altare da fuori area, Vicario dice no. Mazzarri spara tutte le cartucce a disposizione. Dentro Pavoletti e Keita.
Emozioni. E’ un Cagliari super offensivo. Il finale è nervoso. Pavoletti trova la giocata vincente in area e riporta a galla gli isolani. L’Empoli è in affanno, l’attaccante sfiora il bis con la palla che esce di pochi centimetri. Sette minuti di recupero, come nel primo tempo. Il Cagliari sembra averne di più ma non trova il colpo del ko. Il pari è un risultato positivo ma un po’ di rammarico resta.
Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio
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