ROMA. Ma davvero c’è il pericolo che il consumatore si faccia condizionare dal semaforo europeo, se entrasse in funzione? I produttori dei formaggi Dop riuniti ieri a Roma non hanno dubbi.Il ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli parla di «legame strutturato tra cibo, cultura e storia, che va tutelato», mettendo in chiaro che la tendenza a considerare i prodotti dell’agricoltura e il cibo come commodities non ha alcun senso: «Nutri-Score è un sistema che va combattuto e mi sento di dire che su questo argomento – rassicura – si va verso la vittoria».
«Il sistema Nutri-Score penalizza fortemente e senza valide ragioni Dop storiche, la cui qualità è da sempre garantita da rigidi disciplinari di produzione – dice Gianni Maoddi (presidente del Consorzio del Pecorino Romano), da controlli costanti e dall’impegno a fornire ai consumatori prodotti sani e genuini. Non a caso il pecorino romano è tra i formaggi più amati e apprezzati al mondo, prodotto in gran parte in una terra dove l’altissima percentuale di centenari è testimone di un ambiente sano e sostenibile. La valutazione Nutri-Score non tiene conto di tutta una serie di elementi, né del fatto che le giuste quantità di prodotto e il suo utilizzo in diverse ricette ne garantiscono leggerezza e corretti parametri nutrizionali. E rischia di essere un danno non solo per i produttori ma anche per i consumatori, tratti in inganno da una valutazione superficiale e non realistica».
Lo chef Davide Oldani ha affascinato la platea parlando di «armonia della cucina, e i piatti che rischiano di sparire grazie al Nutri-Score hanno una loro armonia che non può essere toccata». Un progetto come questo «sembra pensato da uno che non è mai stato in Italia e non ne conosce la cultura».
Il nutrizionista Luca Piretta non ha dubbi: «Etichette a semaforo basate su quantitativi di 100 grammi sono ingannevoli rispetto alla reale natura del prodotto singolo, e alle quantità effettivamente consumate».
Netta anche la posizione di Riccardo Deserti, il presidente di OriGIn, l’Organizzazione internazionale delle Indicazioni Geografiche: «I formaggi di origine protetta psono la spina dorsale dei prodotti di qualità dell’agroalimentare italiano, ma il futuro dell’intero settore è a rischio. Senza il mais e il girasole dell’Ucraina, il mercato globale delle materie prime per la zootecnia è andato in crisi, con ricadute su tutta la filiera lattiero casearia italiana. C’è poi lo spettro della contrazione dei consumi: oggi a renderlo ancora più evidente nel nostro settore sono le conseguenze dirette del conflitto, il caro bollette e petrolio. E domani potrebbe arrivare anche il Nutri-Score, un sistema di etichettatura nutrizionale fuorviante che va bloccato prima di allontanare ulteriormente il consumatore dai formaggi e da altri simboli della dieta mediterranea. Ecco perché siamo qua e perchébisogna muoversi prima che sia troppo tardi. (a.palm)
Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage
URL originale: Read More