CAGLIARI. Quinto giorno di protesta in Sardegna degli autotrasportatori contro il caro gasolio. Rallentamenti nelle operazioni di uscita dei mezzi dai porti dell’isola. «Ma – assicurano i camionisti – le merci deperibili passano tranquillamente per evitare disagi soprattutto ad agricoltori e allevatori».
E se la mobilitazione prosegue a Cagliari e Olbia – dove però la Polizia stradale, in coordinamento con la Capitaneria di Porto, sta scortando le motrici con i semirimorchi refrigerati dli prodotti freschi facendoli uscire dal porto – a Porto Torres, secondo quanto si apprende, sono state liberate le banchine sia al molo Asi del porto industriale sia al porto commerciale dopo un incontro con il prefetto e con il presidente del consiglio regionale sardo Michele Pais.
Via il presidio anche da Chilivani ( Sassari), da dove però domani partirà un corteo di trattori e camion verso Orosei. Nel frattempo gare di solidarietà e aiuti anche da Cagliari: ieri mattina il titolare cagliaritano di un’azienda di autotrasporti ha portato le paste per tutti. Ma, anche con l’aiuto del movimento pastori, continuano ad arrivare nei presidi generi alimentari per continuare la battaglia. Non c’è aria di smobilitazione: la protesta – hanno annunciato gli autotrasportatori presenti ancora ai blocchi – andrà avanti almeno sino al 31 marzo.
Nel frattempo alcune merci iniziano a scarseggiare nei market di tutta l’Isola e alcune aziende della filiera agroalimentare, ma non solo, si preparano allo stop per la mancanza di materie prime. Senza lo sblocco migliaia di posti di lavoro, come ha spiegato ieri Confindustria, sarebbero a rischio. Allarme lanciato anche da Copagri che ha fatto un appello alla responsabilità chiamando in causa la ministra dell’Interno. (ANSA).
Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage
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