SASSARI. Si giocherà sulla utilizzabilità o meno delle intercettazioni la partita che vede schierati da una parte la Procura di Sassari e dall’altra gli undici imputati tra docenti, direttori di dipartimento e assegnisti di ricerca dell’Università turritana accusati in concorso e a vario titolo di turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta dei contraente e falsità ideologica.
L’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Giovanni Porcheddu è quella sui presunti concorsi truccati in ateneo. Il sospetto dell’accusa è che siano stati realizzati bandi di gara confezionati su misura per il candidato prescelto, con contenuti (del bando) addirittura redatti dagli stessi partecipanti. E, ancora, requisiti predeterminati in modo da assicurare la partecipazione al concorso dell’unico “favorito”. E commissari valutatori (con qualifica di pubblici ufficiali) che, per il pm, sottostavano alle richieste del professore ordinario di turno dando parere favorevole al conferimento degli assegni di ricerca nei confronti del candidato che veniva loro indicato.
Venerdì mattina si è tenuta l’udienza preliminare per gli undici imputati davanti al gup Giuseppe Grotteria. L’avvocato Agostinangelo Marras (che difende il professore di diritto Tributario Valerio Ficari) ha sollevato l’eccezione sulla utilizzabilità di intercettazioni che in realtà erano state disposte in un procedimento diverso da quello sassarese. L’inchiesta madre era infatti nata a Firenze, poi “trasferita” a Venezia dopo un breve passaggio a Pisa e un risolutivo pronunciamento della Cassazione che ha indicato il capoluogo veneto come sede definitiva. Ma nella “costola” sassarese vengono contestati reati per i quali non è previsto l’arresto obbligatorio. Da qui la richiesta della difesa di non ritenere utilizzabili le intercettazioni.
E siccome su queste ultime si è basata buona parte dell’inchiesta va da sè che qualora il giudice dovesse accogliere l’eccezione verrebbe meno una buona parte dell’impianto accusatorio.
L’avvocato Anna Laura Vargiu (che assiste Paolo Barabino, all’epoca assegnista di ricerca di Diritto tributario nel dipartimento di Economia) ha poi rilevato un’altra questione relativa al fatto che la Procura di Firenze ha inoltrato a Sassari solo una parte del fascicolo. Questo per la difesa costituisce un vulnus perché di fatto non si sarebbe a conoscenza di un’ampia parte dell’inchiesta, mancherebbero ad esempio le proroghe delle intercettazioni e i decreti autorizzativi.
Nell’udienza di fine maggio il gup scioglierà la riserva su queste eccezioni, alle quali venerdì si è opposto il pm Porcheddu sottolineando la validità delle intercettazioni e quindi la loro utilizzabilità. In quell’occasione verrà anche sentito uno degli imputati.
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