“Novant’anni portati indosso” con questo slogan azzeccato il brand “Bagella abbigliamento sardo” bottega storica amatissima da generazioni di sassaresi festeggia il suo compleanno con la presentazione di alcune “collezioni d’annata” e un vino doc con etichetta originale pensata per questa speciale occasione. Un tam tam sui social, iniziato da qualche settimana, invita alle celebrazioni anche i tanti clienti sparsi per il mondo che conoscono il marchio Bagella grazie all’e- commerce. La creatività, la voglia di sperimentare nuove strade e le idee per promuovere i loro prodotti non sono mai mancate alla famiglia Bagella che in questi 90 anni ha trasformato un cognome in un marchio di fabbrica o come si dice oggi: in un brand. Così nel 1932 quando il termine marketing era poco conosciuto anche in America i fratelli Bagella inaugurarono, cercando di interpretare le esigenze di mercato dell’epoca, il loro primo negozio in città e in seguito ne aprirono altri tre. Un’avventura intrepida se si pensa che la grande guerra era finita 15 anni prima ed un altro conflitto mondiale sarebbe esploso qualche anno più tardi. La bottega al civico 20 di Corso Vittorio Emanuele II arrivata al traguardo dei 90 anni testimonia oggi la capacità imprenditoriale di una famiglia attraverso le vicende di un’epoca.
Un secolo di stile. Le vetrine dello store hanno visto avvicendarsi in quasi un secolo stili e tendenze e negli anni ’50 erano così “alla moda” da vincere il concorso nazionale “Leo Windows”, bandito dalla Metro Goldwyn Mayer e dedicato al leone mascotte della major americana. «La capacità di credere nel futuro e andare oltre le difficoltà era certamente nel Dna di mio padre – dice Rinaldo Bagella – e dei suoi fratelli ma in generale tra i giovani degli anni ’50, del dopoguerra c’era grande voglia di rinascita». «Anche noi più tardi negli anni ’90 – prosegue il commerciante – abbiamo deciso di credere nell’azienda di famiglia seguendo due percorsi paralleli che si incontrano nel nostro store: recuperare l’eredità del passato ma al tempo stesso rinnovare completamente la nostra immagine».
Tre generazioni. A curare la nuova gestione della ditta negli ultimi 25 anni sono stati Rinaldo Bagella e la moglie Michelina. Ma anche la terza generazione ha preso ora le redini del brand attraverso il lavoro di Francesca la figlia della coppia di commercianti che si occupa con successo anche dell’immagine social del negozio e del sito web. «L’idea è stata quella di reinventare un’attività storica – prosegue Bagella – che si avviava all’obsolescenza, così come la maggior parte di quelle presenti nel centro di Sassari, falcidiate dall’avvento della grande distribuzione e dallo stravolgimento urbano avvenuto dai primi anni Novanta in poi. Attraverso il “nuovo corso” abbiamo puntato sulla valorizzazione del brand heritage ovvero sulla storicizzazione e l’eredità legata al marchio». Il percorso è iniziato con la ristrutturazione dei locali storici secondo una linea architettonica ispirata al recupero dei vecchi arredi degli anni ’30 ed al restauro conservativo. Entrare nell’albo delle botteghe storiche è stato un altro passaggio importante che ha portato sempre più lo store a trovare la sua identità come spazio di valore artistico, architettonico, e culturale. Chi entra da “Bagella” comprende subito che non si trova solo in un negozio dove acquistare abiti e accessori ma in uno spazio espositivo che apre una finestra sulla storia sociale dal dopoguerra ad oggi. Nei due piani della struttura si scoprono memorabilia, vecchie foto, documenti e abiti d’epoca capi che raccontano in un colpo d’occhio i novanta anni di attività della ditta. «Queste grandi valigie – racconta Rinaldo Bagella – erano di mio padre, le portava con se quando partiva con il piroscafo per portare il campionario che selezionava dai fornitori in continente. Ormai da 10 anni la nostra bottega storica è una delle tappe dell’evento nazionale “Monumenti Aperti”. Gli studenti delle scuole raccontano al pubblico la storia del nostro negozio dove abbiamo allestito delle nicchie per mostrare il materiale storico raccolto negli anni e diventato elemento di un’esposizione che ci ha fatto registrare nell’edizione del 2017 oltre settecento visitatori in un giorno».
Concept-store sardo. Stile, tradizione e nuove tendenze sono gli elementi di un’intuizione imprenditoriale vincente che ha trasformato il negozio in un concept-store che racconta la preziosità della tradizione artigianale sarda attraverso collezioni originali di abbigliamento, accessori e complementi d’arredo. «Quello che per noi decenni fa è stato un salto nel vuoto – prosegue Bagella – ora è diventato un trend, ricordo che l’idea di aggiungere la definizione “abbigliamento sardo” al nostro cognome per tanti era una follia che avrebbe svalutato il brand di famiglia. L’attuale identità è di fatto completamente diversa da quella che i miei genitori avevano creato in settanta anni di lavoro». Eppure, questa “follia” si è rivelata una scelta lungimirante. I risultati parlano da soli. “Bagella” primo negozio a tema in Sardegna dedicato all’abbigliamento sardo e ai suoi accessori ha fatto scuola diventando un simbolo dello “stile sardo” apprezzato anche dai tanti turisti che ogni anno visitano il negozio e comprano on line. La bottega storica è diventata nel tempo anche uno spazio culturale dove si organizzano eventi artistici, conferenze tenute da antropologi, storici e critici d’arte, ed animate da degustazioni e musica tipica. «Abbiamo contatti con i migliori artigiani sardi e artisti locali – conclude Rinaldo Bagella – in grado di realizzare le nostre “capsule collections” collezioni ispirate allo stile sardo e personalizzate con il nostro marchio. Abbiamo scelto inoltre di vendere solo prodotti “Made in Italy” e “Made in Sardegna” sostenendo l’economia locale e nazionale in una visione etica dell’imprenditoria. Crediamo che la strada sia quella giusta e in futuro ci apriremo sempre più ad un pubblico interessato al turismo esperienziale». Anche in questa edizione Bagella insieme alle altre botteghe storiche cittadine sarà il 22 maggio una delle tappe di “Monumenti aperti” con una giornata in cui il pubblico potrà fare un “viaggio nel tempo” attraverso le mode, i sogni e le trasformazioni della società negli ultimi novant’anni della nostra storia.
Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage
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