LA MADDALENA. Più che Tahiti sembra Riccione. L’impennata di presenze turistiche per il ponte pasquale riaccende i riflettori su Cala Coticcio, a Caprera, ma non tanto per la sua straordinaria bellezza naturalistica, quanto per una gestione che non riesce a tutelare adeguatamente l’area, spiaggia e sentiero. Infatti, nonostante la cartellonistica evidenzi che si tratta di una zona di massima tutela ambientale ecco auto parcheggiate ovunque, piccoli accampamenti su spiaggia e macchia mediterranea, con tanto di fornelletto per scaldare cibi e bevande tra i ginepri. Con buona pace della tutela del patrimonio naturalistico.
La segnalazione. A monitorare costantemente l’invasione della Tahiti di Caprera sono le guide turistiche, che negli ultimi due anni avevano il compito di accompagnare i visitatori nel sito e, di conseguenza, evitare situazioni al limite. Come spiega Giuliano Gaio, guida ambientale autorizzata. «Ricordiamo anzitutto che ci troviamo in una delle aree di massima tutela (TA) del Parco, cosa di cui fino al 2019 nessuno si ricordava, per cui l’accesso è limitato agli usi civici per i residenti e solo con accompagnamento della guida ambientale per i non residenti». In pratica i turisti avevano un elenco di guide da contattare per poter accedere alla spiaggia. «Tutte guide autorizzate e inserite sul portale del Parco. Si comunicava tramite mail per ottenere l’autorizzazione e si effettuava l’escursione nel pieno rispetto delle norme e della natura – evidenzia Gaio –. Negli ultimi mesi, invece, nessuno ha più ottenuto autorizzazioni ma allo stesso tempo nessuno ha controllato che venissero rispettate le norme. Il risultato è che la spiaggia è stata invasa in modo libero e incontrollato, con qualcuno che ha rispettato le regole e altri no».
Vuoto normativo. Consapevole della problematica il direttore facente funzione del Parco, Yuri Donno, che spiega. «Il punto chiave è che non esiste il Piano del parco a regolamentare fruizione del territorio, accessi e modalità. Questo è il grande problema su cui stiamo lavorando. Fino a quando non verrà risolto ci troveremo sempre in situazioni al limite, ma deve esser chiaro che si lavora per dare una risposta ambientale». Il vuoto normativo limita di conseguenza le autorizzazioni per gli operatori, «La protesta delle guide è comprensibile, dato che è il loro lavoro, ma abbiamo già avuto modo di spiegare che stiamo definendo le modalità di accesso tramite il portale telematico Regiondo, che sarà trasparente e consentirà a tutti gli operatori di lavorare e a tutti i turisti di accedere al sito nel rispetto dei numeri previsti, al contrario della procedura delle mail usata fino a dicembre che era abbastanza accomodata e favoriva corsie preferenziali».
Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage
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