SASSARI. L’uomo minuto e dai capelli vagamente spettinati dal vento si affaccia alla ringhiera del lungo balcone di Botteghe Oscure. È il 16 giugno del 1975 e alla folla che si ingrossa ai suoi piedi ha da annunciare che, per la prima volta nella storia, un italiano su tre ha appena votato comunista. Quarant’anni prima, quello stesso uomo dai modi gentili e i lineamenti ben marcati, sale invece le importanti scale che portano all’atrio e alle aule del liceo Azuni di Sassari. È ancora un ragazzino, in realtà. Enrico Berlinguer studia senza eccellere: è bravo in storia e filosofia, ma arranca in greco, scienze e matematica. Ed è proprio qui, tra le imponenti mura di un liceo che ha sfornato presidenti della Repubblica e segretari di partito, che sarà ricordata la storia di un uomo che, forse più di tutti, è riuscito a entrare nei cuori della gente, compresi quelli di chi neanche lo votava. In vista del centenario della nascita dello storico segretario del Partito comunista italiano, avvenuta a Sassari il 25 maggio del 1922, tra due giorni, sabato 7 alle 10, sarà presentato nell’aula magna dell’Azuni il libro Berlinguer, l’ultimo leader. Curato da Giovanni Gelsomino e Gianni Giovannetti, il volume arriverà nelle edicole, lo stesso giorno, in abbinamento alla Nuova Sardegna. Un appuntamento, quello di sabato, pensato per far scoprire ai ragazzi e alle ragazze del liceo la storia di un uomo che aveva deciso di stare dalla parte degli ultimi, la vita di un vecchio compagno di scuola che sarebbe poi diventato una delle figure più importanti del Novecento.
Riscoprire Berlinguer. Chi oggi frequenta l’Azuni è nato almeno vent’anni dopo la morte di Berlinguer. Le parole “partito” e “politica” sembrano appartenere ormai a un passato lontano anni luce. «La sua figura è conosciuta, tra gli studenti – spiega il dirigente scolastico dell’Azuni, Antonio Deroma –. Cosa per loro possa però rappresentare, lo capiremo in occasione della presentazione del volume». Scoprire Berlinguer significa anche capire il presente. Soprattutto oggi, nel corso di una guerra che si combatte in Europa. «I ragazzi sono nati diversi anni dopo la caduta del muro di Berlino e la dissoluzione dell’Unione sovietica – continua Deroma –. Per loro, quella, era una storia archiviata al pari di mille altri momenti storici. Invece, adesso, stanno tornando parole come “guerra fredda”, “imperialismo”, “impero russo”. E per quanto riguarda Berlinguer, torna sicuramente utile riscoprire per esempio il suo strappo con Mosca e la volta che disse di sentirsi più sicuro di qua che di là. Oggi però, anche con il venir meno dei contrasti ideologici basati sulle vecchie categorie destra-sinistra, è probabilmente anche più facile affrontare il tema e l’importanza di quei momenti per analizzare il presente».
A scuola con Enrico. Segretario dal 1972 al 1984 (anno della sua morte) del più grande partito comunista d’occidente, Enrico Berlinguer si diplomò nel 1940 al liceo Azuni della sua Sassari. Non era però uno studente modello. «Era molto selettivo, ogni anno si chiudeva con alcune difficoltà – dice il preside Deroma –. Gli capitò di prendere un 2 in scienze e un 3 in greco. Allo stesso tempo, però, aveva voti più alti in storia e filosofia, anche 7 e 8. Ma, come molti studenti del tempo, viveva un mondo di passioni culturali e politiche al di fuori della scuola. Poco più che studente, dopo la rivolta del pane, qui a Sassari, si fece anche qualche mese di carcere. L’impegno politico lo viveva molto attivamente e concretamente. Fu l’inizio di una storia straordinaria, ricchissima di eventi. Gli studenti, in vista del centenario, stanno studiando e si stanno preparando. L’idea è quella di ricordare il Berlinguer politico e il Berlinguer uomo delle istituzioni, sicuramente una delle figure meno divisive della nostra storia».
In occasione del 25 maggio, all’interno del liceo Azuni, sarà scoperta una targa. A proporla è stato il comitato Berlinguer100, che raggruppa numerosi ex alunni ed ex docenti dell’istituto. Un liceo, l’Azuni, dove hanno studiato, tra i tanti, anche i futuri presidenti della Repubblica Antonio Segni e Francesco Cossiga, entrambi Dc, e pure Palmiro Togliatti, anche lui storico segretario del Pci.
Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage
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