CAGLIARI. Non tira certo aria buona nello spogliatoio del Cagliari. Facce scure e quasi rassegnazione. Ad Agostini è toccato fare l’uomo che consola più che il tecnico che parla ai suoi giocatori di come è andata la gara. «Ho abbracciato tutti – dice in conferenza stampa –. Per le parole, le disamine, ci sarà tempo».
E la partita? «Abbiamo cercato di opporci ma davvero questa Inter è un avversario molto, molto forte».
Note positive? Sembrano poche. «Dobbiamo ripartire da quelle piccole cose che sono andate bene e che abbiamo visto anche contro l’Inter – sottolinea il tecnico chiamato al capezzale rossoblù dopo la cacciata di Mazzarri –. Anche perché la storia di questo campionato non è assolutamente chiusa, e dunque in questo momento dobbiamo provarci per forza».
Un vero peccato non essere riusciti ad accontentare il pubblico che ha riempito la Unipol Domus gonfio di speranza. «A noi, al momento – osserva Agostini – non resta che ricaricarci per la prossima partita e per tutta questa gente che era allo stadio. Credo però che abbiamo rispettato i nostri tifosi, visto che abbiamo fatto tutto il possibile. Ma obbiettivamente era una partita molto complicata contro un’Inter davvero fortissima».
Lovato è stato lasciato in panchina, scelta tecnica? «Sì, perché lui evidentemente si è allenato bene come gli altri. Ma avendo deciso per una difesa a 4, ho deciso di schierare altri. Poi, per dir la verità a un certo punto siamo ritornati con una difesa a 5, perché la soluzione si è resa necessaria visto che non riuscivamo più a coprire in ampiezza».
Non è stato facile prendere la squadra in un momento così difficile e ad appena tre giornate dalla fine del campionato. «Quando c’è poco tempo a disposizione per poter lavorare con la squadra – dice Agostini – si può agire soprattutto sotto il profilo psicologico, non si può fare diversamente vista la situazione. Continueremo a lavorare nel corso di questa settimana per cercare di tener viva la speranza sino all’ultimo. Non dobbiamo certo arrenderci».
Negli spogliatoi parla anche Joao Pedro. Il capitano è molto scosso, sull’orlo delle lacrime per il risultato che sembra condannare il Cagliari alla retrocessione. Ma prova a suonare la carica. «Mancano ancora 90 minuti, non possiamo mollare – dice –. Giocheremo a Venezia per vincere, sperando in un risultato a nostro favore a Salerno».
Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio
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