NUORO. Doveva rivoluzionare in chiave ecologica e sostenibile il sistema di coibentazione delle nostre case, soddisfacendo al contempo il desiderio di un prodotto km zero, naturale e, perché no?, identitario. Ma i pannelli isolanti di lana di pecora sarda sono durati sul mercato poco più che un decennio, poi sono stati ritirati per palesi difetti, almeno nei casi riscontrati e approdati in più di un caso in tribunale. «Una piccolissima parte rispetto all’intera produzione», precisa Angelo Crabolu, alla guida dell ’azienda di famiglia con sede legale a Nule e un secondo stabilimento a Bitti. Un’azienda solida che opera da decenni nel settore tessile con uno sguardo attento sia alla tradizione sia all’innovazione. Crabolu è il produttore di Edilana, e ne ha seguito la storia sin dalle origini insieme con il partner Essedi srl di Guspini, che ai tempi faceva capo alla famiglia Ruggeri e a Daniela Ducato.
Quando avete smesso di produrre i pannelli isolanti (in realtà sono rotoli) Edilana e perché?
«Abbiamo sospeso la produzione nel 2019, quando ci sono stati segnalati i primi problemi. Voglio qui ribadire che rispetto alla produzione rilevante effettuata nel corso degli anni qui si parla di quantità ridottissime».
Quando parla di problemi del materiale ovviamente si riferisce alla comparsa delle tarme e alla conseguente infestazione delle case in cui i pannelli sono stati installati.
«Certo, ma tengo a precisare appunto che si tratta di una piccola quantità rispetto al totale della produzione, che è stata, negli anni, di 350mila metri quadri. Così come credo che il problema, laddove si è verificato, non sia del tutto ascrivibile al nostro prodotto, ma alle condizioni di conservazione ed altre concause, dalle modalità di installazione ad altro. Se il prodotto nel periodo tra la vendita e l’installazione prende umidità, per esempio, è chiaro che si potrebbero verificare determinati fenomeni avversi. Questo anche se trattavamo la lana con sostanze consentite dalle norme vigenti».
Proprio a questo proposito, un punto che vi viene contestato dai legali di chi vi h a fatto causa è che sulla carta il prodotto veniva descritto come assolutamente naturale e privo di sostanze allergeniche, dunque iperecologico, mentre invece queste sostanze chimiche erano presenti.
«Non esiste nel settore della lana un prodotto totalmente ecologico, anche se nel caso che ci interessa parliamo di quantità infinitesimali».
Quali erano i vostri rapporti con la società Essedi srl e più in generale con il gruppo Ruggeri-Ducato?
«Diciamo che operavamo in sinergia, noi lavoravamo la lana e loro hanno messo a disposizione l’esperienza nel settore dell’edilizia. Anche la commercializzazione e la promozione erano gestite da Essedi srl».
Il brevetto di Edilana chi l’ha registrato?
«Daniela Ducato, a quanto mi risulta, noi non siamo stati coinvolti in questo aspetto. Mi faccia sottolineare ancora una volta la nostra assoluta buona fede. Anzitutto, abbiamo sperimentato il prodotto per quattro anni e ottenuto tutte le certificazioni necessarie. Abbiamo evidenziato ai partner le criticità e quando si è verificato il problema delle tarme abbiamo interrotto la produzione».
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