INVIATO A PIACENZA. Per il taglio del nastro, ha tirato fuori un paio di forbici manuali tosapecore. Un simbolo per mettere subito in chiaro che «investire alla Faggiola significa essere parte integrante della comunità piacentina, questo è un luogo a forte vocazione agropastorale, esattamente come lo siamo nella nostra Sardegna. Perciò possiamo dire che la nostra sede Fasi è un pezzo di Sardegna». Sorriso e soddisfazione sono evidenti. Bastianino Mossa, presidente della Federazione delle associazioni sarde in Italia, ha appena inaugurato nella Bassa Padana la nuova casa madre dei circoli degli emigrati sardi sparsi nella Penisola. Da Padova, insomma, la Fasi ha appena traslocato a Piacenza. Esattamente nella corte della Faggiola, nell’azienda agraria sperimentale “Vittorio Tadini”, comune di Podenzano, una manciata di chilometri da Piacenza città.
Con il veterinario di Bultei dallo scorso dicembre alla guida della Fasi, ci sono anche la vice presidente della Regione Sardegna Alessandra Zedda e il sindaco di Podenzano, Alessandro Piva. Diverse le autorità locali e dell’isola arrivate per l’occasione. Almeno trecento le persone che fanno festa, sardi dei vari circoli sparsi ovunque, ma anche tanti piacentini che da queste parti hanno rimodernato fin dai primi del Novecento i segreti dell’agricoltura. A impartire la benedizione alla nuova sede, a chi la frequenta e soprattutto a chi la frequenterà, ci pensano due diaconi, confratelli d’eccezione, Ignazio Boi, funzionario dell’assessorato regionale del Lavoro, arrivato da Cagliari, e Mario Idda, originario dell’Oristanese e direttore della Caritas diocesana di Piacenza e Bobbio.
«Questo è il nostro mondo – va avanti Bastianino Mossa –, il mondo di cui tutti noi facciamo parte. Il mondo della Federazione italiana, delle Federazioni europee, delle Federazioni sparse in tutto il mondo. È lo stesso mondo di chi è dovuto andare via dalla Sardegna per ragioni di lavoro, di vita. Questo è un mondo unico, siamo un’unica emigrazione e vogliamo raccontarla, nelle pagine di “Arcipelago Sardegna”, sulla Nuova Sardegna. Abbiamo il dovere di mettere insieme le teste, lo dobbiamo soprattutto ai nostri giovani. Oggi l’emigrazione è promozione della Sardegna, c’è ancora tanto da fare. La madre di tutte le battaglie resta quella per i trasporti». «Andare in Sardegna è diventato un privilegio – incalza Mossa – , la verità è che siamo penalizzati, discriminati. Ma daremo battaglia» chiude. «La parità di diritti che i sardi e i non sardi devono avere è sacrosanta – mette in evidenza l’assessora Zedda –. La situazione sta cambiando, almeno nel trasporto aereo… ma c’è ancora tanto da fare, non c’è dubbio». Le fanno eco i presidenti onorari della Fasi, Serafina Mascia (originaria di Carbonia) e Tonino Mulas (Dorgali), da una vita schierati sul fronte della battaglia per i trasporti. Numerosi gli interventi che si susseguono alla Faggiola. In collegamento video arrivano le parole di Alberto Leonardis, editore della Nuova Sardegna, presidente del gruppo Sae. «Mi piacciono le persone che fanno – sottolinea –, e voi della Fasi siete persone che sapete fare». “Su tusorzu”, gli stand di prodotti sardi, un pranzo comunitario e la musica dei Fantafolk, il canto a tenore de Su Cuncordu Fonnesu, la voce di Valeria Carboni e i balli del Trio Sciampitta, fanno il resto in questa “Die” organizzata dai padroni di casa, il Gremio sardo “Efisio Tola” di Piacenza.
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