INVIATO A VERONA. Il Cagliari esce dal “Bentegodi” con un pareggio che vale moltissimo. Un punto prezioso che avvicina i rossobù alla zona salvezza e gli fa abbandonare l’ultimo posto in classifica. Ma c’è anche un altro dato da non trascurare: per la prima volta in questa stagione i Quattro Mori non subisce un gol. Un segnale importante, che va preso con beneficio di verifica nelle prossime partite. Il Cagliari ha giocato con personalità eè andato spesso al tiro, ha saputo gestire i momenti difficili, ha sofferto, ma alla fine torna a casa con un risultato che fa vedere il futuro meno nero. La squadra ha cominciato in sordina, poi ha preso in mano la gara e soprattutto nel primo tempo avrebbe potuto concretizzare meglio alcune ripartenze. Ma qui si entra nel merito della curcolazione della palla, particolare nel quale si ddeve migliorare. Ora sotto col Torino, per provare a tornare alla vittoria che manda da un’eternità.
Si ferma Marin. Il centrocampista rumeno parte dalla panchina. Qualche linea di febbre (tampone negativo) costringe Mazzarri a rivedere i suoi piani. Gioca Grassi dall’inizio, Nandez più dentro il campo con Bellanova e Dalbert sulle corsie. Si comincia col 4-4-2. L’intoccabile Joao Pedro fa coppia con Keita Baldè in attacco, il senegalese vince il duello con Pavoletti. Il Verona schiera come sempre Barak tra le linee, le punte sono l’ex Simeone (premiato prima del calcio d’inizio come miglior giocatore del mese dell’Hellas) e Caprari.
Molle. I rossoblù iniziano troppo timorosi. Mazzarri dopo pochi secondi inizia a sbracciarsi per dire ai suoi di non abbassare troppo il baricentro. L’Hellas è una squadra che se prende giri diventa pericolosa. I rossoblù fanno fatica a far girare la palla, il pressing degli scaligeri è forsennato. I primi minuti sono un assedio, complice un atteggiamento passivo di un Cagliari sempre in ritardo sulle seconde palle e poco aggressivo nei duelli individuali. Gunter marca Joao Pedro con la bava alla bocca e altrettanto fa Ceccherini che si prende cura di Keita. I Quattro Mori, comunque, per tre volte vanno alla conclusione in 20′, la conferma che la formazione di casa non è così impermeabile.
Sistemata. Il Cagliari ora è più ordinato e riesce spesso a ripartire, approfittando degli spazi che la squadra di Tudor lascia. Su una di queste, Nandez scalda le mani a Montipò e subito dopo una punizione di Lykogiannis sfiora il palo. E’ la formazione isolana a creare le situazioni migliori per sbloccare la gara. Una bella reazione dopo un avvio titubante. Il Cagliari comincia a prendere coscienza che forse può osare di più, quando spinge l’Hellas va in difficoltà perchè non sempre i gialloblù ripiegano rapidamente.
Nervi tesi. All’inizio della ripresa, banale contatto di gioco tra Simeone e Nandez e si accende una mischia che coinvolge i giocatori in campo ed entrambe le panchine. Fioccano i cartellini gialli. Il match sale di intensità, a ogni fallo fischiato si forma un capannello. L’arbitro fatica a riportare la calma. Simeone sbaglia un gol già fatto facendosi ipnotizzare da Radunovic, che poco dopo si ripete sul tiro a giro di Barak. Il Cagliari soffre i ritmi alti e si abbassa, concedendo campo agli avversari che si fanno minacciosi. Il palo salva Radunovic, i Quattro Mori ora .soffrono il forcing dell’Hellas. Nel finale dentro Pavoletti, Marin, Strootman e Zappa per difendere un pari prezioso. Il Cagliari lo porta a casa,m non è più ultimo e la zona salvezza ora è lontana solo due punti. Progessi se ne so no visti ma non aver subito reti, finora non era mai successo, è un segnale che dà fiducia. La salvezza è un traguardo possibile ma bisogna cominciare anche a vincere.
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Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio
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