SASSARI. Le sfide contro la Dinamo da avversario, il breve ma significativo periodo con coach Bucchi in panchina, l’amicizia e i consigli di James White, l’esperienza sui campi di tutta Europa, da mettere a disposizione della squadra. Gerald Robinson atterra sul pianeta Dinamo con le idee chiare su quello che troverà e su quanto gli verrà chiesto.
Il nuovo playmaker della Dinamo è stato presentato ufficialmente ieri, dopo una prima giornata al lavoro con il gruppo. Prima di tutto un chiarimento: alla squadra di Piero Bucchi serve un costruttore di gioco. «Sì, lo so – dice l’ex giocatore di Pesaro e Alba Berlino – In Germania ho giocato il 90% del tempo come point guard, sono preparato a farlo senza problemi è un ruolo che sento mio e ho l’esperienza per stare in campo in quella posizione».
Poi i commenti di rito: «Sono contento ed emozionato di essere qui, ho studiato la tradizione vincente di questo club che ho affrontato da avversario e ho avuto modo di parlare con tanti che sono passati da Sassari, uno su tutti James White. Il mio obiettivo è fare del mio meglio per riportare Sassari dove è sempre stata. Conosco alcuni dei miei nuovi compagni per averli affrontati sia con Monaco che in Italia, e anche nella preseason fatta a Olbia. Sugli altri ovviamente non ha senso che io esprima un giudizio. Posso sicuramente dire che c’è grande qualità sul perimetro, tante guardie e tiratori che possono creare gioco, insieme a lunghi atletici. Sono convinto che ci siano i mezzi per fare bene. So che la squadra ha avuto qualche problema e sono qui per fare del mio meglio. Siamo ancora in una fase del campionato in cui una striscia positiva può dare un indirizzo completamente differente alla stagione. Cerchiamo di partire il prima possibile».
Seduto al suo fianco, il giemme Federico Pasquini ha poi fatto il punto sulla piccola rivoluzione che nel giro di poche settimane ha visto il cambio di coach e del play e il ritorno di Kruslin. «In estate abbiamo deciso di accontentare, giustamente, le ambizioni di Spissu e a fine luglio ci siamo ritrovati a cercare un play del suo livello. Poi Clemmons ha avuto delle problematiche di vario genere e la squadra non è mai stata sua, probabilmente non era il tipo di giocatore che serviva per coinvolgere i nostri lunghi e i nostri piccoli in quel ruolo chiave. Dopo Trieste abbiamo fatto alcune valutazioni, abbiamo scelto Kruslin perché ha personalità ed era pronto, poi abbiamo puntato su Robinson, del quale avevamo parlato anche con Cavina. Ringrazio la società per la grande disponibilità e per lo sforzo. Battle? Al momento non ho ancora ricevuto una chiamata da nessuno –assicura Pasquini –. Allo stesso tempo non possiamo fare una stagione con 14 giocatori, non è utile come squadra né per i giocatori per tirare fuori il meglio».
Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio
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