CAGLIARI. Il calcio dilettanti sta battendo anche il Covid. Lo dicono i numeri: 550 società iscritte ai campionati contro le 515 pre virus. E, più o meno, la tempesta non ha disperso i tesserati, almeno in Sardegna: in tutta Italia ne mancano all’appello 250mila, ma nell’isola il movimento è rimasto in piedi con le stesse cifre di prima. «Anzi – ha commentato il presidente della Figc regionale Gianni Cadoni tracciando il bilancio del 2021 del movimento isolano –, in qualche caso i numeri sono anche aumentati». Magari si è perso per strada qualche arbitro: prima erano mille, ora sono 880. Numeri che hanno costretto la Figc regionale a spalmare gare e direttori di gara anche al sabato.
«Ma gli anticipi – ha spiegato Cadoni – hanno portato nuovi spettatori e nuovo entusiasmo anche al di là del problema della carenza di arbitri. Per certe partite molto sentite come derby o scontri di vertice abbiamo avuto di sabato anche un migliaio di spettatori portando allo stadio anche donne e bambini». Ma ora con i nuovi corsi e con la possibilità di assoldare anche giocatori (non nello stesso girone della squadra in cui militano) la speranza è quella di ritornare ai tempi pre pandemia. Il comitato sardo dopo stop e interruzioni, non si vuole più fermare. «Questo è l’anno della ripartenza – ha continuato Cadoni – e abbiamo rimodulato i campionati in modo da poter affrontare eventuali nuovi problemi. Siano comunque soddisfasti: in generale il movimento ha perso 250mila tesserati, in Sardegna il sistema ha tenuto è in alcuni casi aumentato i suoi numeri».
Novemila le gare da gestire ogni anno con 1770 squadre in campo. Un esercito che oscilla tra i 30 e i 40mila iscritti con 7000 dirigenti e 4105 tecnici: «Soltanto in 77 comuni su 377 non abbiamo un tecnico abilitato», ha detto Cadoni. Tra i risultati anche diverse maglie azzurre. Come Alessio Pilo del Latte Dolce, titolare della nazionale under 17 dilettanti. O Miche Podda, nazionale di calcio a cinque. «Abbiamo circa venti ragazzi – ha detto Cadoni – in maglia azzurra. Senza contare poi la marea di giovani che ogni anno vengono chiamati dalle società professionistiche. Sono sempre di più. Andiamo bene con la ricerca, lo scouting. Ora, una volta trovati i talenti, vogliamo anche fare di più per farli crescere».
Tra gli obiettivi per il 2022 anche la nascita del campionato regionale di beach soccer. Una delle maggiori soddisfazioni? «I campionati di quarta, quinta e sesta categoria – ha concluso Cadoni- per i giocatori disabili: è bellissimo vederli in campo. e la grande sfida è quella del calcio femminile: vogliamo vincerla».
Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio
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