SASSARI. Bevono fuori pasto e per questo vanno più velocemente su di giri. Anche perché spesso la modalità scelta è quella del binge drinking, cioé l’“abbuffata alcolica”: cinque o sei bevande buttate giù nel tempo record di 2 o 3 ore, zero cibo d’accompagnamento a placarne gli effetti. Il risultato è una ubriacatura pesante con frequente perdita di controllo. E deriva da questo l’alta percentuale di accessi in pronto soccorso con diagnosi attribuibile all’alcol e il secondo ricovero fotocopia entro 30 giorni dalle prime dimissioni: la Sardegna vanta il triste primato di habitué degli ospedali a livello nazionale. La fotografia che viene fuori dalla relazione ministeriale sull’abuso di alcol è desolante: nella nostra isola il tasso di mortalità è superiore alla media nazionale, così come è più alta la percentuale di soggetti a rischio, cioè che potrebbero sviluppare una dipendenza dall’alcol a causa di comportamenti sbagliati. Se il 14,9% dei sardi eccede nei consumi, sono due le fasce d’età particolarmente critiche: i ragazzi con meno di 17 anni e gli adulti dai 65 ai 74 anni. In entrambi i casi i numeri sono superiori a quelli medi nazionali, per i minorenni l’attenzione è critica anche per quanto riguarda le ragazze, perché è in aumento la percentuale di quelle che si sbronzano, soprattutto nel week end.
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Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage
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