VILLASIMIUS. Nel 1955, quando Luigi Einaudi scrisse “Le prediche inutili”, il web, con la sua valanga (spesso disordinata) di informazioni era ben lontano anche soltanto dall’essere concepito. Eppure il politico aveva visto giusto enunciando un principio valido sia in tempi analogici sia in tempi digitali: “Conoscere per deliberare”. Chi decide, deve avere un quadro il più possibile completo delle cose su cui si appresta a decidere. La citazione è arrivata da Vittorio Pelligra, professore associato di politica economica ed economia dell’informazione, ieri mattina nel corso del primo Forum dell’agricoltura della Sardegna, organizzato a Villasimus da Coldiretti. Una giornata articolata in tre momenti di confronto, il primo dei quali dedicato alla presentazione di una iniziativa che la stessa Coldiretti ha messo a punto insieme al centro studi AgriSardegna 2000 e a SmartLab: il “cruscotto” dell’agricoltura sarda, una “piattaforma informatica di Coldiretti dalla quale attingere in tempo reale i dati del comparto”.
Il mondo dei campi e dell’allevamento che si riconoscono in Coldiretti si è ritrovato a Villasimius per parlare di problemi, ma soprattutto per ipotizzare soluzioni. Fuori dall’emergenza perenne, ma in uno spirito di programmazione. E per programmare, per fare delle scelte che impegneranno per il futuro, è necessario conoscere il presente. Il cruscotto va in questa direzione. Per ora si tratta di una sorta di versione beta, che lascia però intravedere grandi potenzialità di sviluppo e soprattutto funzionalità utilissime sia a chi opera nell’agricoltura, sia soprattutto a chi deve fare scelte che incideranno sul settore. In modo particolare, quindi, il legislatore regionale. Alla Regione, però, si chiede anche uno sforzo preliminare alle decisioni. Aprire e rendere disponibile la propria enorme banca dati per implementare il “cruscotto” in modo da renderlo uno strumento potente. I big data hanno un valore economico: conoscere ha un prezzo e può rappresentare un investimento in grado di portare grandi ritorni. Perché, quindi, non utilizzare meglio dati che esistono, ma che spesso non sono organizzati in maniera razionale ed efficace? Il progetto di Coldiretti punta a questo: «Non si conoscono i dati dei diversi comparti sulle produzioni, la loro localizzazione, i dati sulle importazioni, sulle esportazioni. Mancano i dati base per avere un’immediata fotografia dell’agricoltura, delle sue potenzialità ed esigenze, presupposto indispensabile per poter programmare in modo serio e puntuale il comparto».
Il cruscotto (o Dss, Decision support system) è una piattaforma di visualizzazione interattiva dei dati che permette la simulazione di scenari economici. «È uno strumento che darà consapevolezza e coscienza delle decisioni politiche che si andranno a prendere sul comparto – ha detto il direttore di Coldiretti, Luca Saba. Consentirà di avere una radiografia continuamente aggiornata». «La Regione e le sue agenzie agricole – ha detto il presidente di Coldiretti, Battista Cualbu – possiedono milioni di dati che sono però infecondi per ché non vengono aggregati e quindi non danno informazioni». L’utilizzo dei dati è pane quotidiano per Massimo Temussi, direttore del Centro regionale del centro di programmazione. Temussi ha parlato della valanga di risorse in arrivo con il Pnrr. Più di 9 miliardi, che però in gran parte andranno restituiti: «Il 69 per cento», ha ricordato Temussi. Quindi quei soldi dovranno produrre ricchezza per non diventare un nuovo peso che graverà sulle generazioni future. C’è però un timore: «Non abbiamo competenze nella pubblica amministrazione e nel privato per affrontare questo», ha detto Temussi. Mancano le cosiddette “skills”, ma non è un problema solo sardo o italiano. Ci sono posti di lavoro ma non curriculum adatti. «Va benissimo il progetto di Coldiretti – ha detto Salvatore Corrias, vicecapogruppo del Pd in consiglio regionale – toglierete alibi ai decisori, liberandoli dall’arbitrio. Certo, il sistema va implementato». Ma alla Coldiretti non chiedono altro, anche se alcuni esempi sono illuminanti: «La superficie irrigua in Sardegna è di 195mila ettari -ha ricordato Luca Saba – nel 2021 ne sono stati utilizzati appena 63mila, il 30 per cento del totale».
Coldiretti ha chiamato a testimoniare anche gli osservatori indipendenti, gli operatori dell’informazione. Luca Rojch, caporedattore de La Nuova Sardegna, ha messo in evidenza come si viva «in uno stato di eterna emergenza, dove non si riesce a fare scelte strutturali». Per Celestino Tabasso, giornalista dell’Unione Sarda e presidente dell’Assostampa sarda «sui dati siamo messi male, ma purtroppo siamo in buona compagnia». Le conclusioni sono state affidate al presidente della Regione, Christian Solinas, in collegamento da Villa Devoto, che ha anzitutto annunciato che nella prossima legge Omnibus ci saranno altri 20 milioni per i ristori in agricoltura. “Coldiretti con questa iniziativa centra un punto nodale – ha detto Solinas -. Il decisore pubblico per programmare ha bisogno di conoscere territorio e numeri. C’è bisogno di strumenti efficaci, ma c’è anche la necessità di accorciare i tempi tra decisione politica e erogazione finale. Gli stanziamenti ci sono, ma la fase di istruzione e di liquidazione non è compatibile con le esigenze del mondo agricolo». Solinas ha anche auspicato la creazione di “una carta dei suoli” e ha invitato a una riflessione sulla riforma degli enti agricoli, a 16 di distanza: «Proviamo insieme a capire cosa non ha funzionato, proviamo a migliorare la loro funzionalità».
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