CAGLIARI. Il Cagliari ha un solo modo per non finire all’inferno: vincere a Salerno. Dopo il tumultuoso addio a Mazzarri (tra l’ex allenatore e il presidente Giulini sono volati gli stracci), i rossoblù hanno bisogno di un’impresa per evitare che venga staccato il respiratore. Una sconfitta sancirebbe di fatto la retrocessione in serie B, un pari terrebbe accesa la speranza. Non ci sono calcoli da fare, i bonus sono finiti. In campo va spesa l’ultima goccia di sudore, in un ambiente caldissimo (stadio esaurito). I Quattro Mori non saranno soli, tanti i tifosi che hanno deciso di seguire la squadra nella partita più importante della stagione.

Bandiere. Il patron del Cagliari si è messo nelle mani di Alessandro Agostini. Lo ha promosso dalla Primavera alla prima squadra. Una soluzione logica, sarebbe stato un errore imperdonabile andare a cercare altri tecnici a tre giornate dal termine. Il nuovo mister sa benissimo cosa significa indossare la maglia rossoblù, è stato protagonista sul campo di tante battaglie e quei colori li ha tatuati sulle pelle. In settimana, più che sulla tattica, ha lavorato sull’aspetto psicologico, parlando con tutti i giocatori, affidandosi soprattutto a quelli più esperti, ai leader dello spogliatoio. Da giocatore Agostini ha vissuto momenti difficili, sa come si giocano queste partite. Ed è quello che ha cercato di spiegare a un gruppo col morale a pezzi dopo il ko col Verona.

Scelte. Nandez si è fermato di nuovo e resterà a casa. Sulla formazione il mister non ha anticipato nulla. Ma le soluzioni sono due: o conferma il modulo del suo predecessore cambiando qualche uomo (Rog dall’inizio è sicuro), oppure si schiera col trequartista e a quel punto Joao Pedro potrebbe giocare tra le linee con uno tra Pereiro e Keita ad affiancare Pavoletti. I moduli conteranno poco, sarà fondamentale l’approccio, la determinazione, lo spirito di sacrificio, la voglia di inseguire la vittoria a tutti i costi. Ogni palla dovrà essere giocata come se fosse quella che ti tiene in vita. Con questo spirito il “miracolo” è possibile.

Da Salerno. È la terza partita in sette giorni per la squadra di Nicola. La stanchezza potrebbe farsi sentire. Ma i granata hanno un entusiasmo tale che c’è da aspettarsi una squadra aggressiva, cattiva agonisticamente. Il Cagliari dimostri che merita di restare in A.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Archivio

URL originale: Read More