SASSARI. Stessa spiaggia, stesso mare. A patto di aver prenotato o di non fare tardi. Un pizzico di ritardo, fino a qualche anno fa, avrebbe semplicemente compromesso la posizione di ombrelloni e teli. Adesso la musica è cambiata e in molti lidi, tra cui alcuni tra i più famosi e apprezzati da locali e turisti, il rischio è di restare fuori con l’ombrellone in mano e le pive nel sacco. I paradisi balneari dell’isola soffrono l’invadenza umana e quando la “pressione antropica” si fa insopportabile, non rimane alternativa al contingentamento degli ingressi. E i paradisi a numero chiuso, o quelli completamente interdetti, crescono di anno in anno. Con una caratteristica: sono quasi tutti localizzati nella costa est dell’isola, dove il turismo organizzato ha un peso maggiore. La costa ovest resiste, Alghero compresa. Ma qualcosa potrebbe cambiare.
L’elenco. Nella prima estate in cui è possibile ipotizzare un ritorno alla normalità interrotta dalla pandemia, arrivano due novità da segnare in rosso. Le spiagge di Lu Imposti e Brandinchi, nel litorale di San Teodoro, saranno a numero chiuso. Brandicnhi ospiterà al massimo 1447 bagnanti, Lu Impostu 3300. E tutti, residenti esclusi, dovranno pagare l’accesso. A San Teodoro stanno limando gli ultimi dettagli ma il piano è chiaro e potrebbe estendersi anche ad altre spiagge. Magari non subito, ma la rosa potrebbe avere qualche petalo in più. Simile il discorso per La Maddalena, dove a crescere è il numero dei lidi vietati. Oltre alla mitica Spiaggia Rosa, chiusa da anni, sempre nell’isola di Budelli si aggiunge la Spiaggia del cavaliere, quella che si affaccia sulle piscine naturali di Porto della Madonna e che ogni estate viene letteralmente assaltata da migliaia di bagnanti. Il Parco nazionale ha deciso di fermare le truppe da sbarco armate di creme solari e frigoriferi vietando ogni tipo di approdo. Sempre nell’arcipelago, questa volta a Caprera, potrebbero cambiare le modalità di accesso ad un’altra gemma: Cala Coticcio. Dall’anno scorso l’accesso via terra era consentito solo con l’accompagnamento delle guide abililitate, ora si va verso il limite di 60 accessi giorno (vedi servizio a pagina 34). L’esempio del cambio di rotta arriva da Stintino, che ha riservato il paradiso della Pelosa a 1500 bagnanti (che pagano 3,50 euro a testa) al giorno, riconoscibili dai braccialetti in stile villaggio vacanze che vengono annodati ai polsi di chi trova posto. Un sacrificio per allungare la vita dell’arenile ma anche per rendere vivibile una spiaggia che arrivava ad ospitare più di 5mila baganti al giorno. Troppi. Costa est. Ad eccezione di Tuerredda, gemma del Sulcis nel comune di Teulada, a cui possono accedere 1.100 persone al giorno, il resto dei paradisi a numero chiuso è tutto nella costa est dell’isola. Nell’elenco non figurano spiagge della Costa Smeralda, ma da San Teodoro in giù gli esempi sono numerosissimi. In Ogliastra il comune di Baunei ha blindato i suoi gioielli anche impontendo limiti di tempo alla permanenza. A Cala Birìala possono arrivare in 300 ogni giorno, con un massimo di due ore di permanenza. Idem per Cala dei Gabbiani, dove però gli accessi consentiti sono 350 al giorno, sempre con due ore di permanenza massima. A Cala Sinie sono consetiti 1.600 accessi giornalieri mentre nalla spiaggia centrale di Santa Maria Navarrese il tetto è di 1.300 ingressi. Nella bellissima cala Mariolu, invece, i 550 ammessi al giorno devono pagare anche 1 euro. Scendendo verso sud, in territorio di Castiadas, si paga per accedere a Cala Pira. Stesso sistema a Villasimius, con in più il numero chiuso per Punta Molentis, 500 al giorno, Riu Trottu, 150, e Portu Sa Ruxi, 450. Per l’accesso alle meraviglie del sud-est dell’isola si pagano 10 euro per ogni veicolo posteggiato, 1 euro per ogni passeggero e 3 euro per pedoni e ciclisti.
Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage
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