OLBIA. L’ha vista nascere nel 2004, l’ha aiutata a fare i primi passi per poi accompagnarla sulla strada dell’eccellenza. Nel 18esimo anno di vita dell’area marina protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo, il direttore Augusto Navone saluta la creatura che ha guidato per tutto questo tempo. Il suo contratto scade oggi. Per lui c’è un futuro nella Federazione nazionale dei parchi che lo ha scelto come consulente del sistema delle aree marine protette nazionali. La proposta era sul tavolo di Navone già da marzo «ma per senso di responsabilità ho scelto di restare fino all’ultimo giorno di lavoro».
Navone sceglie di non rispondere alle polemiche politiche scatenate dal sindaco Settimo Nizzi. Preferisce ripercorrere i 18 anni che lo hanno visto guidare l’Area marina protetta oggi ente gioiello a livello nazionale. «Sono stato reclutato nel 2004 per concorso pubblico e mi è stato consegnato lo statuto del Consorzio».
Anni gitani. L’Amp allora era solo sulla carta. Senza sede, passa i primi anni gitana, in affitto prima all’Olbia Expo, poi in un palazzo in via Angioy. Fino a quando ottiene in comodato d’uso il palazzo diroccato di via Porto Romano «che grazie a un finanziamento di quasi un milione e mezzo del ministero abbiamo ristrutturato e trasformato nella nostra sede».
Non solo divieti. Da subito l’Amp apre un dialogo con il mondo economico. «Abbiamo guardato certamente ai temi della tutela ambientale, ma rendendoci conto del contesto di eccellenza turistica in cui operavamo abbiamo misurato lo sforzo sulla conservazione tenendo conto di uno sviluppo armonico e sostenibile del mondo economico che ruota intorno all’area marina».
Amp da un miliardo. Due numeri per capire meglio il valore dell’Amp. Circa un miliardo di euro. 600 milioni i benefici economici che arrivano dalle attività che utilizzano spiagge e mare. Più 400 milioni il valore del capitale naturale. «Questa duplice visione ci ha permesso di avere un buon rapporto con il mondo economico, con cui abbiamo negoziato, discusso, condiviso le regole e che ci ha riconosciuto un ruolo – sottolinea Navone –. Ed è stato di fatto un nostro alleato nella conservazione».
Progetti e risorse. Con questa visione integrata l’Amp sviluppa progetti e imparato a pescare fondi dall’Europa. Nata con il portafoglio leggero, solo negli ultimi due anni ha visto raddoppiare le risorse ministeriali, da 280 a 480mila euro. Spiccioli per un ente che puntava a un’organizzazione stabile e a un ruolo leader in Italia. «Abbiamo lavorato su ogni tipo di progettazione. In 18 anni abbiamo fatto 12 progetti europei attingendo a fondi Por, Interreg med, Life. Tra questi l’importantissimo progetto che ci ha permesso di eradicare i topi da Tavolara consentendoci di salvaguardare la berta minore. Il 50% della popolazione mondiale di questa specie nidifica a Tavolara».
Ente da record. Lungo l’elenco di record raggiunti dall’Amp in questi anni. Effetto riserva tra i più alti del Mediterraneo. Leader regionale per l’educazione ambientale. Tra le prime in Italia ad avere un app sugli ancoraggi sicuri. Una delle poche a livello nazionale con una rete di raccolta dati sulla temperatura.
Addio preoccupato. «In questi 8 mesi di stallo, senza poter riunire il Cda e l’assemblea consortile abbiamo potuto solo gestire l’ordinaria amministrazione. Tutto ciò avviene a ridosso dell’estate e vedo una situazione preoccupante – conclude Navone –. Oggi posso dire che questi quasi 20 anni della mia vita li ho vissuti intensamente, al lavoro ogni giorno. Questa è una realtà paradossalmente fragile: se non stai attento a levare il granello di sabbia o a mettere una puntina di olio negli ingranaggi è a rischio incaglio. Ma le cose hanno un inizio e una fine. Ho maturato una grande esperienza che mi varrà per altre sfide».
Fonte notizia: La Nuova Sardegna > Homepage
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